[Qoelet 10, 11]
Il Qoelet o Ecclesiaste (ebraico קהלת, Qohèlet, "radunante", dallo pseudonimo dell'autore; greco Εκκλησιαστής, ekklesiastés , "radunante"; latino Ecclesiaste o Qoelet) è un testo contenuto nella Bibbia ebraica (Tanakh) e cristiana. È scritto in ebraico (con diversi aramaicismi), e la redazione del libro è avvenuta in Giudea nel IV o III secolo a.C. ad opera di un autore ignoto che scrive per bocca del Re Salomone, perché in quel periodo si era soliti attribuire opere a personaggi storici considerati sapienti[1].
È composto da 12 capitoli contenenti varie meditazioni sapienziali sulla vita, molte delle quali caratterizzate da un tenore pessimistico ("tutto è vanità").
CONTENUTO DELL'OPERA
Nel Qohelet viene esposto, in forma dialettica, un contraddittorio tra il bene e il male. La riflessione ruota intorno a due interrogativi, ovvero a cosa serva fare il bene e a cosa serva fare il male. Se la morte è l'unica conclusione della vita, allora tutto sembra vano. Qoelet allora suggerisce: "Abbi fiducia nel Padre e segui le sue indicazioni". È qui che si legge la famosa frase Vanitas vanitatum (vanità delle vanità), significando che tutto non è altro che cosa vana, fatua.
fonte: WIKIPEDIA


